C'è un artista in tour per l'Europa - Berlin', Parigg', Londr' - con la sua crew che è una comitiva che è una compagnia, e ad ogni tappa ci si deve fare una foto con la sciarpa del Napoli calcio sotto gli skyline metropolitani per liberarli. Ci sono e' cumpagn di questa posse che vanno in giro assieme da anni e che da anni coprono un segreto, però sono liberi di parlare di tutto il resto, di come sono arrivati lì, di quello che sapevano, di quello che hanno imparato e anche di quello che non sanno di avere davanti.
C'è un ragazzo che nun tene padrone tranne la musica che vorrebbe fare e che ancora non gli esce fuori, nonostante la bacchetta del nonno, la band del liceo, l'amore di una mangaka. Ci sono 'o sang' 'e San Gennaro, ll'ov' sott' 'o Castiell', 'o Munaciell', Pulecenell'. E poi c'è Liberato, che è tutte queste cose assieme e nessuna di queste. Ma alla fine, cosa hanno tirato su Francesco Lettieri e Liberato? Lettieri arriva a Roma da un amico e si ritrova a vivere al Pigneto assieme a lui, Giuseppe e Giovanni Truppi. Con Giuseppe fa squadra, di Giovanni cura i videoclip. I Cazzima Brothers e i primi lavori arrivano subito, sono Lettieri, Gianluca Palma e Francesco Coppola. In quelle strade conosce Calcutta da Latina, e a quegli angoli cura le forme di Che cosa mi manchi a fare. Quindi Nada, Motta, Thegiornalisti, Giorgio Poi. Lettieri non dirige, filma, riprende - cura. Un giorno gli arriva un messaggio Facebook, "UEUE", così, in caps lock. È uno che ha capito la cura di Lettieri, è Liberato. Poi c'è tutto quello che (non) sappiamo. L'invenzione della tradizione del nove maggio che inizia il 14 febbraio 2017, il mini-ciclo video CRV (Capri Rendez-Vous) con il primo album del 2019 e l'arrivo dell'Anemone Film di Walter de Majo e Alessandro Elia, l'uscita di 'Ultras' scritto da Lettieri e Peppe Fiore (che ai tempi neapolitan suonava con Truppi nelle Baccanti) con la colonna sonora di Liberato, poi Lovely Boy e lo stesso Lettieri che praticamente inizia a fare il manager e si tira dietro Daniele Del Plavignano dallo stesso film, Liberato II e il macro-ciclo Partenope, i concerti-sacramenti al Mi Ami, C2C, Rotonda Diaz, Sonar, Roma, Procida, Piazza Plebiscito, dove attaccano Bomba Dischi e Giorgio Testi... Nomi, mani, sigle, visi che tornano anno dopo anno e progetto dopo progetto, questa è la prima cosa che hanno tirato su Lettieri e Liberato. E poi c'è il modo in cui l'hanno fatto. I Cazzima Brothers e la stylist Antonella Mignona, Anemone Film, Del Plavignano, Giorgio Testi, Bomba Dischi, non sono solo il cerchio magico che protegge la rosa di Liberato ma ciottoli di un mosaico in continua lavorazione, a cui ora sono stati fissati l'animazione di LRNZ (Lorenzo Ceccotti) e Giuseppe Squillaci assieme alle voci di Simona Tabasco e Nando Paone. La paranza di Lettieri e Liberato è multi-mediale, multi-piattaforma, multi-generazionale. E non sembra avere altre convergenze nel panorama italiano. Ma se c'è un mucchio ci deve essere anche una tammurriata, quindi alla fine si scopre qualcosa ne Il segreto di Liberato? Risolviamo subito il whodunit/ howcatchem: non abbiamo né le generalità né la foto segnaletica di Liberato, mettetevi l'anima e lo smartphone in pace. C'è quello che c'è sempre stato, solo messo più a fuoco: vediamo il trucco alle mani del cantante forse per coprire tatuaggi o vitiligine (ma anche no); leggiamo dai titoli di coda le nomee della terna che si esibisce con lui, Cibo, Litro e Cervo (vai a sapere). E poi c'è tutto il flusso animato che è investito del compito di raccontare il passato di Liberato e dove probabilmente avviene la contaminazione delle prove: aveva un nonno dal nome eponimo che insegnava musica alla Materdei? Andava al liceo Genovesi e comprava il fumo a vicolo Speranzella? È stato expat a Londra? Si è fatto spezzare il cuore dalla mangaka Lucia? Noi stiamo bene così. Di sicuro sta bene, benissimo, Lettieri, che dopo le emotività in levare di 'Ultras' e in battere di 'Lovely Boy' arricchisce e fortifica il suo sguardo. Con Il segreto di Liberato tiene infatti assieme tre linee narrative - il documento su Liberato, il lavoro con Liberato, l'identità di Liberato - che sono altrettanti piani di senso dell'intero progetto, e lo fa in modo mai dispersivo o caotico. Le interviste si trasformano in testimonianza, i videoclip in concetti, la curiosità in partecipazione. L'occhio che scruta Napoli è gagliardo dietro il palco dei concerti e velato nel ricordo del passato, il Liberato incappucciato solitario a Piazza del Mercato si scioglie nel Liberato a matita che fa l'amore sopra il Golfo. Del resto l'immaginario del cantante è inspessito fin da subito, dalle impennate per Forcella si è passati agli still quasi in stop motion nella Capri di Niente (Novembre nun perdon/e Maggio è o cchiu doc) e al bacio di Hayez origliato a Palazzo Reale in Nun ce penzà (Nun putimmo fá ammore forever/Appiccianno together), per schiudersi nella summa iconografiae di 'O core nun tene padrone (1926 mix) con Cimarosa Liberato 95 a intonare al piano la formazione del Napoli campione d'Italia (Nummero uno: Alex Meret...). Ora si arriva a mettere un punto e ripartire - tournamm' a' cas', come il tour. Perché qualcosa cambierà sicuro dopo Il segreto di Liberato, anche soltanto per come ha deciso di mostrarsi. Già, Liberato si spoglia tutto senza togliersi nulla, ci schiaffa il massimo dell'interiorità nel massimo dell'esteriorità. Organizza per la prima volta il discorso con la sua voice over e ci mostra la vita oltre Tumblr e Instagram. Liberato è nu pesce e nu cazz'. E come nu pesce e nu cazz' si regge dritto grazie alla sua sincerità, quando fa vedere nella sua cameretta il poster di Pino Daniele e i caschi dei Daft Punk, quando sta sotto per la squadra anche in giro per l'Europa, quando si stufa di vestirsi un'ora prima anche se l'ha voluto lui. Come si dice al Sud, si è preso la confidenza con tutti noi solo perché lui è in mmiezz' a' vij come agli altri. "Io guardo 'o mare, faccio ammore, me piace 'o Napule, sto' ch'e cumpagne mie, faccio 'a musica". Perché noi che facciamo?
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