Rocca Cinema Imola
Il ritratto del duca
regia: Roger Michell
durata: 96'
Regno Unito, 2020
giovedì 30 giugno 2022 21:30
La storia di un uomo che si è introdotto alla National Gallery di Londra per rubare un pregiato quadro di Goya.

Newcastle, 1961. Kempton Bunton ha sessant'anni e qualcosa da dire, sempre. Contro il governo, contro la stupidità, contro l'ingiustizia sociale soprattutto, che combatte come Robin Hood nella Contea di Nottinghamshire. Ma la battaglia più strenua è quella domiciliare con Mrs. Bunton, la consorte inasprita dalla vita e dalla morte prematura della loro figlia. Kempton scrive drammi che nessuno leggerà e si batte con la BBC per abolire il canone agli anziani e ai veterani di guerra. Metà del tempo lo passa a opporsi, il resto a cercare un lavoro. Per contribuire all'economia familiare, il figlio minore ruba alla National Gallery il ritratto del Duca di Wellington. Rimproverato il suo ragazzo per il gesto, Kempton ne diventa complice chiedendo un riscatto al governo inglese da reinvestire in opere di bene. L'imprevisto, però, è dietro il corner.

È un film nostalgico e pieno di attenzione verso i sentimenti umani, Compartment no.6. La nuova regia dell'autore de 'La vera storia di Olli Mäki' ha un sapore analogico e rivolto al passato, non soltanto in termini cronologici con una storia ambientata al tramonto degli anni novanta, ma grazie a una celebrazione dei suoi simboli che così tanto ci segnavano il modo di vivere: il treno su tutti, ma anche i telefoni a gettoni, i walkman, la telecamera portatile. Laura, interpretata dall'attrice finlandese Seidi Haarla che ha la capacità di cambiare completamente il volto con un sorriso, li userà tutti lungo un tragitto che sarà un po' una scoperta di se stessa. E come tutte le scoperte, dovrà passare attraverso momenti difficili, che per il regista Juho Kuosmanen riguardano soprattutto un attento studio della solitudine. Non tragica, né distruttiva; e però a volte amara e buffa, scomoda e formativa. Una poetica dell'imperfetto che Kuosmanen centra in pieno, dando al suo film un fascino un po' sporco e immediato. Decisiva in questo senso la fotografia, morbida e appannata, che sembra guardare gli eventi sempre attraverso un finestrino bagnato di rugiada. La macchina a mano, sempre vicina ai personaggi, abbraccia appieno il caos impacciato e claustrofobico del treno (in sé uno dei protagonisti del film) e cattura bene i dettagli scenografici del periodo. Opera perfetta per omaggiare uno stato d'animo generazionale di un periodo schiacciato dai grandi movimenti della storia, 'Compartment no. 6' ha il tocco dolce e lieve del "coming of age" ma filtrato attraverso una memoria adulta, che sa come funzionano i road movie e quali sono le insidie della love story, e decide quindi di non fare nessuna delle due.